Presentazione del libro
“Cuccioli d’uomo in città.”
Una pedagogia del movimento per formare i cittadini di domani”
di Romano Patuzzi
con Armando Conti e Valentino Straser
‘Abstract’
Tra le possibili cause del disagio giovanile gli autori individuano un deficit educativo dei “cuccioli d’uomo”, che spesso arrivano ad affacciarsi all’età adulta con un bagaglio di esperienze psico-fisiche e relazionali insufficiente a incanalare l’energia aggressiva in forme socialmente accettabili.
L’evoluzione dei modelli sociali è molto più rapida dell’evoluzione dell’animale-uomo, che ha ancora bisogno, soprattutto nell’età formativa, di confrontarsi sensorialmente con l’ambiente che lo circonda. In passato questa funzione fondamentale era assicurata dal gioco che, con il suo ruolo etologico di “preparazione alla vita”, consentiva di acquisire competenze ed esperienze che sarebbero tornate utili nel corso dell’esistenza.
Gli stili di vita affermati nel mondo occidentale, soprattutto in ambito urbano, offrono pochi spazi e poco tempo per questa “lenta” formazione. Nei comportamenti ormai consolidati si esprime una tendenza crescente, anche tra i giovani, a condurre una vita sedentaria. Questa carenza di fisicità (non sempre compensata dall’attività sportiva, finalizzata al “gesto tecnico”) spesso si traduce in mancanza di esperienze sensoriali e nella conseguente incapacità di gestire le situazioni e di percepire i limiti che è necessario imporre ai propri comportamenti.
Le esperienze vissute “sul campo” da alcuni insegnanti di Budô a contatto con il mondo dei giovani di diverse realtà urbane, sono confluite nella formalizzazione di un metodo educativo che costituisce una delle possibili risposte a questi bisogni complessi e si propone di contribuire, in stretta osmosi con i canali educativi convenzionali, scolastici ed extrascolastici, allo sviluppo della personalità e della responsabilità sociale.
Lo scopo è quello di recuperare la funzione educativa del gioco come una serie di piccole esperienze fisiche e relazionali, riportandolo a una dimensione primitiva, sociale.
Il metodo utilizza forme molto attenuate e per nulla pericolose di confronto fisico, proposte in modo ludico, tese a promuovere non la competitività, ma la cooperazione e il rispetto per gli altri, indipendentemente dalla loro abilità, in una struttura che non vede mai l’esclusione di qualcuno (lo “sconfitto”), ma promuove la partecipazione continua di tutti.
Nicolodi editori
Maggio 2006
Tutti i diritti riservati
ISBN:88-8446-110-3
Euro 15,00
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